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Una luce ad opera d’arte

Sapevate che le opera d’arte si possono deteriorare anche a causa di una cattiva illuminazione? Sì, perché in realtà l’ambiente ideale per conservare le opere d’arte è una stanza priva di luce. Ogni forma di radiazione visibile, non solo gli UV, è in grado di danneggiare l’opera esposta. Nella creazione di un percorso museale quindi l’obiettivo principale sarà quello di ritardare quanto più possibile il processo di deterioramento pur garantendo una visibilità adeguata per apprezzare i vari capolavori. Ci sono delle normative vigenti, attraverso formule matematiche, che in qualche modo ci forniscono delle informazioni necessarie e che descrivono come avviene questo deterioramento. Sostanzialmente questo processo non dipende solo dalla luce che noi proiettiamo sull’opera d’arte ma anche sull’irradianza (cioè la quantità di energia che forniamo per irraggiare l’opera), il tempo di esposizione (più è esposta alla luce più è veloce il deterioramento), lo spettro di emissione della sorgente utilizzata (alcune sorgenti hanno maggiore energia e sono più dannose) e la sensibilità del materiale. Dobbiamo essere inoltre consapevoli che la luce naturale non filtrata è molto più dannosa di una sorgente di luce artificiale.

C’è una normativa, la Cie 157/2004, che arriva a suddividere i materiali esposti ovvero le opere, in 4 gruppi, secondo una diversa sensibilità all’esposizione alla luce. La prima categoria è rappresentata dai materiali insensibili che non hanno limiti per l’irraggiamento. Tra questi abbiamo i metalli, la pietra, la ceramica. La seconda categoria sono i materiali poco sensibili

come i dipinti a olio, gli affreschi, il legno, le plastiche. In questo caso è consigliato di non superare i 200 lux. Nella terza categoria troviamo i materiali sensibili come gli acquerelli, i manoscritti, i disegni su carta e gli arazzi dove si consiglia di non superare i 50 lux (i 50 lux sono la condizione minima per fruire di un’illuminazione adeguata all’occhio umano).

Infine, la quarta e ultima categoria è quella dei materiali molto sensibili come seta e giornali. Anche in questo caso non è consigliato superare i 50 lux. Il tempo di esposizione è la variabile determinante degli ultimi due gruppi. I materiali molto sensibili, infatti, possono essere illuminati con un tempo massimo nettamente inferiore rispetto a quelli sensibili.

Ogni forma di radiazione visibile è in grado di danneggiare l’opera

Nel caso di un museo o di un allestimento, si devono creare le condizioni migliori per la fruibilità delle opere. Senza contare che, molto spesso, la luce fa parte dell’esperienza della visita, impatta sulle reazioni emotive. Da sempre, si svolgono attenti studi sul tipo di illuminazione più adatta a questi luoghi e, con il passare del tempo, si sono sperimentate soluzioni sempre più innovative. Per questo, sempre più spesso, la luce rimane al servizio delle opere esposte, ma diventa anche decisiva e concorre a pari merito nel suscitare emozioni e reazioni nello spettatore. Proprio per la particolarità di questi luoghi, è fondamentale eseguire un attento e studiato progetto illuminotecnico, generalmente affidato ad architetti o Light Designer con un’esperienza approfondita nel settore. Ecco che diventa importante illuminare il percorso di un museo in base alla disposizione delle opere d’arte. Le stanze con la presenza di materiali sensibili potranno anche utilizzare una luce naturale filtrata (tipo lucernari) creando dei percorsi di adattamento con l’utilizzo di luce artificiale nel tempo consigliato. In un contesto con presenza di materiali sensibili e molto sensibili sarà molto importante gradualmente diminuire la quantità di luce. Per elaborare un progetto di illuminotecnica museale, oltre a conoscere lo spazio e possedere opportune competenze tecniche, è indispensabile conoscere le opere esposte e comprendere il significato dell’allestimento. Il visitatore deve anche essere guidato in modo chiaro lungo tutto il percorso museale, senza mai imbattersi in fenomeni di abbagliamento o riflessi.

Ogni forma di radiazione visibile è in grado di danneggiare l’opera

Nel caso di un museo o di un allestimento, si devono creare le condizioni migliori per la fruibilità delle opere. Senza contare che, molto spesso, la luce fa parte dell’esperienza della visita, impatta sulle reazioni emotive. Da sempre, si svolgono attenti studi sul tipo di illuminazione più adatta a questi luoghi e, con il passare del tempo, si sono sperimentate soluzioni sempre più innovative. Per questo, sempre più spesso, la luce rimane al servizio delle opere esposte, ma diventa anche decisiva e concorre a pari merito nel suscitare emozioni e reazioni nello spettatore. Proprio per la particolarità di questi luoghi, è fondamentale eseguire un attento e studiato progetto illuminotecnico, generalmente affidato ad architetti o Light Designer con un’esperienza approfondita nel settore. Ecco che diventa importante illuminare il percorso di un museo in base alla disposizione delle opere d’arte. Le stanze con la presenza di materiali sensibili potranno anche utilizzare una luce naturale filtrata (tipo lucernari) creando dei percorsi di adattamento con l’utilizzo di luce artificiale nel tempo consigliato. In un contesto con presenza di materiali sensibili e molto sensibili sarà molto importante gradualmente diminuire la quantità di luce. Per elaborare un progetto di illuminotecnica museale, oltre a conoscere lo spazio e possedere opportune competenze tecniche, è indispensabile conoscere le opere esposte e comprendere il significato dell’allestimento. Il visitatore deve anche essere guidato in modo chiaro lungo tutto il percorso museale, senza mai imbattersi in fenomeni di abbagliamento o riflessi.

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